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Grotta di Punta degli Stretti

Un Tesoro Naturale e Archeologico della Costa Tirrenica

La Grotta di Punta degli Stretti, lunga circa 1 km, è una delle cavità più estese della costa tirrenica. Scoperta nel 1841, al suo interno sono stati rinvenuti resti archeologici di epoca romana e preistorica, inclusi fossili di leone, iena e cavallo.

È una delle cavità più interessanti della costa tirrenica, certamente la più estesa delle grotte maremmane con il suo sviluppo longitudinale di circa 1 km. Il consueto ingresso alla grotta, ubicato nella dismessa galleria ferroviaria, è ormai interdetto essendo il tunnel proprietà privata. Si entra a quota 4-5 metri slm e non si incontrano dislivelli degni di nota (max -3 metri) per tutti i 930 metri di sviluppo interno con un andamento orizzontale.

Inizia con un vastissimo salone occupato in gran parte da un laghetto di acqua limpida, percorribile in canotto. Superato questo, una serie di cunicoli e stanze si susseguono gli uni alle altre fino a raggiungere altri due laghetti agevolmente superabili grazie a stretti passaggi lungo le pareti. È detta anche Grotta del Granduca, in onore a Leopoldo II di Lorena che promosse i lavori per la sistemazione della strada Orbetello-Porto S. Stefano durante i quali fu scoperta (1841).

Nel 1912, in occasione della costruzione del tratto di ferrovia Orbetello-Porto S. Stefano, furono rinvenuti resti archeologici di epoca romana e alcuni reperti più antichi risalenti all’Età del Bronzo, quali punte di frecce e utensili in pietra insieme con denti e mascelle d’uomo. Nell’ottobre del 1927 fu esplorata in modo sistematico da alcuni membri del Circolo Speleologico Romano, ai quali si deve la stesura della prima riproduzione in pianta.

In base ad uno studio eseguito sul finire degli anni ‘50, possiamo definire la Grotta di Punta degli Stretti come il residuo di una rete idrografica sotterranea prepliocenica (risalente a 6/7 milioni di anni fa) impostata su sistemi dioclasici le cui strutture sono interessate dal campo di fratture che accompagnano la mineralizzazione di pirite e manganese tra Poggio Mortaio e Punta degli Stretti.

Nei lembi di breccia post-tirreniana sono stati rinvenuti fossili di leone, iena, cane lupo, volpe, cervo, daino, cavallo. All’interno vivono ancora oggi specie faunistiche di insediamento primordiale come la Salentinella denticulata e la Monadela argentarii, due specie di minuscoli crostacei endemici, raccolti nel 1950 assieme a numerosi esemplari di fauna acquatica: Ostracodi, Cope-podi, Anfipodi e Termosbe-nacei. Da non dimenticare i Chirotteri, pipistrelli del genere Tynolophus ferrumequinum, il piccolo Catopide Bathisciola derorasi e un particolare tipo di cavalletta attera, conosciuta scientificamente col nome di Dolichopoda (Capraiacris) baccettii.

Nel 1995 un gruppo di subacquei ha esplorato la grotta e ha notato un’anguilla albina, probabilmente cieca per la mancanza totale di luce, e altri animali simili alle anguille, lunghi 25-30 centimetri.

Senza dubbio la grotta di Punta degli Stretti meriterebbe di essere protetta quale monumento naturale. In questo senso si è mosso il Comune di Monte Argentario che, conscio della notevole importanza che la grotta riveste sia sotto l’aspetto scientifico sia per un interesse prettamente turistico, è intenzionato ad avviare un progetto di recupero della stessa in modo da farla conoscere ai numerosi visitatori che ogni anno si fermano a soggiornare all’Argentario.
Registrata al Catasto Regionale col numero T/GR- 0250, è reperibile sul Foglio 135 (III NE, Porto S. Stefano) alla posizione 01°,16’,54” O – 42°,25’,54” N.

Accesso al punto di interesse

La Grotta di Punta degli Stretti si trova a Monte Argentario, lungo la strada che collega Orbetello a Porto Santo Stefano, vicino al bivio per il Convento dei Padri Passionisti. L’ingresso della grotta è artificiale, nascosto dalla vegetazione e non facilmente visibile.

Per visitarla è necessario partecipare a un’escursione guidata, perché l’accesso è consentito solo con guide esperte. Il percorso per raggiungere la grotta è solo a piedi, ha una difficoltà media e dura circa 3 ore. Durante l’escursione si attraversano ambienti stretti e fangosi, e a volte è necessario strisciare a terra.

L’escursione richiede una buona forma fisica ed è adatta a persone con buona mobilità, con età minima di 11 anni. Le guide forniscono l’equipaggiamento necessario, come muta in neoprene, casco e lampada frontale, per esplorare in sicurezza l’interno della grotta, che presenta anche laghetti sotterranei e temperature costanti tra i 16 e i 20 gradi.

Accessibilità 20%
Difficoltà Pavimentazione 85%
Punto Panoramico 30%
Come raggiungere il punto di interesse